Manifesto delle Ragazze di Benin City. Fermiamo insieme la mafia nigeriana che ci rende Schiave
La
prima volta che vai sulla strada per "lavorare" sei
nel panico. Hai
paura, tristezza. Ti senti umiliata. Io
ricordo la strada. Ricordo
il marciapiede. Ricordo
la mia vergogna di stare lì, con dei vestiti assurdi.
Ma
poi mi tornava nella testa il ricordo delle bottedella
mia mamam, il dolore di quelle sigarette spente sulle mie
gambe, sulle mia braccia, sul mio seno, di quando
rientravo e non avevo guadagnato abbastanza.
Prendiamo
atto che
Dallo
scorso anno c'è stata una drastica riduzione di arrivi di
ragazze nigeriane, dobbiamo però tenere conto che
negli anni precedenti, dal 2015, sono arrivate in Italia
più di 20.000 ragazze, e
che due su cinque sono minorenni. Almeno l'80% di
queste nuove ragazze adesso sono in strada, costrette a fare le
prostitute. Carne
fresca in pasto ai lupi affamati.
E
se sommiamo anche quelle che erano già in Italia prima del
2015, sulle strade italiane siamo in più di 30.000,
costrette a stare li con la vergogna di quei "vestiti assurdi"
addosso. Trentamila, come una piccola
città, tante, tantissime, troppe. Noi
nigeriane siamo un terzo di tutte le prostitute che attualmente "lavorano"
in Italia.
In
Libia
Pensiamo
molto a quelle di noi che sono ancora in Libia, sono
migliaia, molte migliaia, che non possono più partire, che
non possono più tornare indietro. Alcune di noi
sono rimaste là per molti mesi, anche
due anni. Prigioniere
in Libia, picchiate e torturate quasi ogni giorno,
stuprate anche da più uomini alla volta, costrette a
diventare prostitute nelle "connection house". Loro
laggiù stanno ancora peggio di noi.
My
Lord
I
offer to you the white rose of my soul.
Men
who buy me not see my suffering.
Only
you my Lord, you can grow the white rose in the garden your mercy.
My
Lord
Send
me someone to take me away from here.
My
Lord
You
know I don't want to be here.
My
Lord
You
know that this is not that I want to do.
|
Mafia
nigeriana
La
DDA (Direzione
Distrettuale Antimafia)
ci dice che la mafia nigerianain Italia ha migliaia di
affiliati, è in crescita e fa affari con le
mafie locali (mafia
siciliana, camorra, 'ndrangheta e sacra corona unita).
Affari come traffico di droga, spaccio, riciclaggio .. e
ovviamente "sfruttamento della prostituzione",
sfruttano noi ragazze nigeriane, sfruttano le loro connazionali proprio
qui in Italia dove per noi ci sono sempre tanti clienti.
Fra
quelle decine di migliaia di affiliati alla mafia
nigeriana ci sono anche le nostre "mamam"
che ci picchiano se non portiamo a casa abbastanza soldi, e poi ci cono
anche i "boys", quei ragazzi che
ci stuprano se diciamo di no, o se vogliamo smettere, o se pensano che
li vogliamo denunciare.
Alla
mafia nigeriana noi dobbiamo pagare il "viaggio",
ci chiedono di pagare 30-40.000 euro, ma a quelle
più belle e giovani anche di più, e
finché il debito non è pagato loro ci hanno in
pugno, minacciano i nostri familiari che sono ancora in Nigeria. Loro
ci hanno fatte venire qui dicendoci bugie e falsità, ci
hanno costrette a giurare con il "ju-ju",
ci hanno
ingannate.
Clienti
I
clienti italiani appunto. Sono almeno tre milioni e
mezzoquelli
che abitualmente frequentano prostitute, poi
c'è un altro paio di milioni che vanno a puttane
ogni tanto e altri 4 milioni che almeno una volta
hanno pagato una prostituta per fare sesso.
Un
maschio italiano su tre ha pagato, almeno una volta, una
prostituta
Noi "Ragazze di
Benin City" abbiamo clienti di tutte le
età, ricchi e sbandati,
raffinati e sporchi da far schifo, giovani e vecchi che nemmeno gli
tira più, vengono a raccontarci delle loro mogli, delle loro
fidanzate, dei loro figli. Ma
che "stronzi". Ci raccontano che vanno perfino in Chiesa
e che sono impegnati nelle parrocchie. C'è
tanta ipocrisia in certi "cattolici"
italiani.
A
volte ci chiedono di fare sesso anche con più uomini,
ci invitano nelle loro feste. Altre volte sono perfino le donne e le
ragazze che ci chiedono di fare sesso con loro.
Ormai
in tanti vogliono filmare mentre lo facciamo, ci pagano perfino di
più. Ma ormai non ce lo chiedono nemmeno
più, fanno i loro bei video a nostra insaputa con noi e
basta e poi li pubblicano nei siti porno, vogliono far vedere al mondo
il loro pisello, vantarsi della loro miseria.
Ci
chiedono rapporti senza protezione. Molte di noi accettano
anche tutte queste "schifezze", ma solo per
pagare prima quel debito.
Papagiro,
così li chiamiamo noi quelli che ogni giorno se ne prendono
una diversa, ormai
li conosciamo bene quelli. Ma ci sono anche altri
che si innamorano di noi, che ci vogliono aiutare, non sanno
nulla di noi. Poverini, ci danno soldi con la scusa
che ci vogliono aiutare, ma alla fine anche loro
vogliono sesso da noi, e così ci sentiamo di
nuovo "comprate", anche da chi dice di amarci.
Ci
sono anche i clienti violenti, che ci minacciano e ci
costringono a farlo gratis, che quando ci siamo appartati e soli ci
derubano, diventano cattivi e ci stuprano.
Siamo
quelle che "costano" meno di tutte, a
volte la diamo via anche solo per 10 euro e anche meno. Siamo in tante,
c'è concorrenza anche fra di noi. Lo facciamo per non essere
picchiate o maltrattate se torniamo con pochi soldi. A volte ci capita di essere
costrette ad avere anche dieci o più clienti al giorno.
Se
restiamo incinta i nostri sfruttatori ci costringono ad abortire. Ci
costringono a "lavorare" sempre, con qualsiasi
tempo, freddo o caldo torrido, pioggia o neve. Ci costringono
a "lavorare" anche se siamo ammalate. Alcune di noi sono
perfino morte per questo.
Abbiamo
paura
Se
non ci fossero così tanti "clienti" in
Italia non ci farebbero arrivare.
Ci
minacciano, ci
dicono in continuazione che uccideranno i nostri genitori,
faranno del male alla nostra famiglia che è ancora
giù, in Nigeria, a Benin City, la città di molte
di noi. Non conosciamo niente dell'Italia, gli
italiani che frequentiamo sono solo "clienti",
quelle poche parole della lingua italiana che riusciamo a dire fanno
solo riferimento al sesso.
Viviamo
rinchiuse come in una gabbia di ferro dentro la quale
c'è posto solo per i nostri sfruttatori, per i nostri "clienti"
e per le nostre amiche nigeriane, ma anche loro sono costrette a fare
le prostitute.
A
volte andiamo nelle nostre chiese pentecostali dove
conosciamo altri nigeriani che ci guardano storto perché
conoscono il "nostro" mestiere. E se ci confidiamo con
il Pastore della Chiesa quello ci dice che il "debito"
va pagato, e così ci sentiamo ancora di
più in gabbia, e la nostra diffidenza verso gli altri
aumenta ancora di più.
Alle
associazioni di volontariato
Vi
chiediamo aiuto, vi preghiamo di aiutarci, di proteggerci, se
necessario siate severi con noi. Molte di noi sono ribelli, ma hanno
solo paura. Non sappiamo l'italiano, a volte non riusciamo a farci
capire da voi.
Sappiamo
che fate tanto per noi, e quando le prime volte che parliamo
con voi ci rassicura di più una donna che conosca la nostra
lingua, noi non abbiamo studiato, spesso non sappiamo leggere nemmeno
l'inglese.
Grazie
per tutto quello che fate per noi. Abbiamo solo bisogno di
essere protette e di avere attorno a noi persone amiche e di amici di
cui possiamo fidarci. Abbiamo bisogno di "affidare"
a chi ci vuole bene le nostre vite da ricostruire.
Vite
rubate alla nostra adolescenza, alla nostra giovinezza di
ragazze, ai nostri sogni
Alle
autorità di polizia
Vi
preghiamo, prendeteci quando ci vedete in strada.
Fate retate a più non posso, ma non una ogni tanto solo per
fare qualcosa, ma ogni giorno per tanti giorni di seguito, in modo
continuato. E quando ci prendete non rilasciateci
solo perché la prostituzione non è reato, così siamo
costrette a tornare dai nostri aguzzini.
Affidateci
a chi sapete che può aiutarci, per denunciare i
nostri sfruttatori abbiamo bisogno di tempo, di riconquistare la
fiducia negli altri. Dovete avere pazienza con noi.
Noi non siamo semplicemente "migranti" ma siamo "vittime
di tratta", vere
e proprie schiave sessuali. Cercate di capire almeno
questo quando ci prendete e ci portate in questura o nelle caserme dei
carabinieri.
Rimandateci
piuttosto in Nigeria. Molte di noi piangeranno e si
dispereranno, ma per noi adesso che abbiamo conosciuto l'inferno, è sempre
meglio essere povere nel nostro paese piuttosto che essere schiave qui
in Italia.
Alla giustizia italiana
Voi
giudici state facendo dei disastri. Noi denunciamo chi ci ha
fatte arrivare in Italia, denunciamo le nostre mamam e i nostri
sfruttatori, la polizia fa le indagini e li prende e succede quasi
sempre, ma poi
voi,in attesa del processo, li rimandate ai "domiciliari".
Così loro scappano e vengono a cercarci per ammazzarci, per
farci del male, per vendicarsi. Cari giudici, questo
lo dovete sapere, che così per noi
sarà sempre più difficile denunciare.
Come
ci possiamo fidare ancora di voi ??
Passa
troppo tempo per fare i processi ai nostri sfruttatori arrestati,
ci vogliono lunghi anni, loro hanno i soldi, pagano i migliori
avvocati, e alla fine riescono perfino a cavarsela con poco dopo tutto
il male che ci hanno fatto.
Ai
tantissimi nigeriani onesti che sono in Italia
Non
siate "omertosi", non fate
più finta di non vedere. Voi lo sapete che nella
casa vicina, in quell'appartamento del vostro palazzo, che proprio
lì c'è una mamam, una signora che ospita
ragazzine che ogni giorno scendono in strada. Denunciate
quella signora che fa "business" sulla pelle di "quasi
bambine"che
magari hanno l'età delle vostre figlie. Non
dite più "non è affar mio". Denunciate,
aiutate a stanare questi covi dove si celano sfruttatori e sfruttatrici
del nostro paese.
E
anche voi degli "African Shop" aiutate la
polizia ad individuare chi vi compra preservativi, chi vi noleggia
video di un certo tipo, voi di sicuro sapete chi sono le ragazze
sfruttate e chi sono i loro sfruttatori.
E
voi Pastori delle Chiese Pentecostalismettetela di proteggere
i nostri sfruttatori e le nostre sfruttatrici solo
perché elargiscono cospicui contributi al vostro "Dio",
a voi e alla vostre chiese.
Smettetela
di sfruttare l'ingenuità di ragazzine appena arrivate,
che si credono costrette a rispettare quel "giuramento",
aiutatele invece a credere nel vero Dio, quello che non vuole soldi,
dite loro che quel "giuramento" non è
più valido e che anche l'Oba di Benin Cityha detto che quei "giuramenti"
non hanno valore. Loro si fidano di voi,
pastori delle Chiese Pentecostali.
La
Nigeria
Il
nostro paese di origine non ci aiuta. Non ci aiuta a fermare
le partenze di questo traffico ignobile. Il nostro paese,
lo chiamano anche "il gigante dai piedi d'argilla", un posto dove
c'è tanto petrolio ma poca benzina.
Il
nostro paese di origine è troppo impegnato a combattere Boko
Haram,
è troppo impegnato ad eleggere il nuovo presidente (fra
un mese ci sarà il voto),
è troppo corrotto e la mafia nigeriana paga
bene per far chiudere gli occhi a tutti quelli che potrebbero impedirci
di uscire dalla Nigeria e andare incontro al deserto da
dove non si può più tornare indietro.
E
figuraci se il nostro paese aiuta proprio noi, ragazze
poverissime, poco istruite, che arriviamo da villaggi sperduti, da
campi profughi di gente in fuga dalle atrocità di Boko
Haram, noi che arriviamo dalle periferie maleodoranti di
città come Benin City.
Figurarci
se aiuta noi che siamo in gran parte di etnia Igbo, un popolo
massacrato durante la guerra del Biafra, spogliato
delle terre per far posto ai pozzi di petrolio, un popolo che vuole solo
la sua indipendenza, che vuole riavere solo la sua terra
ora inquinata dalle multinazionali del petrolio, dove
è diventato impossibile coltivare, pescare,
vivere.
Il
governo del cambiamento italico
Se
prima almeno alcune di noi, quelle che denunciavano,
quelle che accettavano un aiuto per uscire dalla
schiavitù, potevano avere un minimo di "protezione
umanitaria" e fare un percorso di integrazione,
ora, con il quel famigerato "decreto
sicurezza" ci hanno tolto anche la "protezione
umanitaria". Ci stanno buttando fuori dagli Sprar,
dai percorsi di recupero e di integrazione, dai Cara. Abbiamo il
diritto a restare in Italia per legge, ma non più il diritto
ad avere una casa, a studiare, ad avere un luogo in cui vivere.
Il
governo del cambiamento italico ci vuole ancora in "strada",
in balia dei
nostri sfruttatori. O magari vorrebbe per noi le "case
chiuse" affinché i nostri sfruttatori, non siano
per noi solo "sfruttatori", ma anche i nostri "padroni".
Patroni anche delle nostre vite.
Vogliamo
ricordare a questo governo del cambiamento italico che noi, Ragazze
di Benin City, non
siamo migranti, ma schiave, schiave
sessuali, vittime di trafficanti di esseri umani.
Non dovete perseguire noi che siamo le vittime ma i nostri sfruttatori,
dovete perseguire, arrestare e tenere in carcere quelli che ci hanno
fatte arrivare in Italia.
Dovete
fare una legge per punire i nostri clienti, chi ci compra,
anche loro sono i nostri sfruttatori
Mio
Signore
ti
offro la rosa bianca della mia anima.
Gli
uomini che mi comprano non vedono la mia sofferenza.
Solo
tu mio Signore puoi coltivare la rosa bianca nel giardino della tua
misericordia.
Mio
Signore
mandami
qualcuno che mi porti via da qui.
Mio
Signore
tu
sai che non voglio stare qui.
Mio
Signore
tu
sai che non è questo che volevo fare.
|
Italiani
Tanti
italiani, ultimamente sono diventati in troppi,
ci considerano semplicemente "migranti".
Non persone da aiutare perché schiave, ma solo
corpi da comprare per fare sesso, carne da macello buona per
soddisfare i peggiori istinti degli "ipocriti" che
vanno in Chiesa, che dopo aver salutato mogli, figli o fidanzate
vengono da noi per farsi fare un pompino a pochi euro.
Ci
dicono "sporca
negra torna a casa tua", ma quando ci vedono
nude andiamo bene anche se siamo "nere"
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