Quando ero nel buio delle tenebre
Maris
nel 2011
lo stesso anno che venne scritto questo racconto autobiografico
lo stesso anno che venne scritto questo racconto autobiografico
Era
quasi la fine di Settembre
del 2003, e quella "maledetta" estate
era finalmente terminata. In quella malefica stanza di una delle tante
cittadine che stanno intorno a Madrid, i miei "carcerieri" non
avevano nessuna pietà di me, anche se stavo male, anche se
ero l'ombra di me stessa e ormai magrissima, senza speranza e senza
contatti con la mia famiglia ormai da più di un anno e
mezzo, ma loro continuavano a tenermi "segregata" in
quella stanza buia, dove ogni tanto arrivava qualche "cliente" a
cui,
anche se piangendo e piena di vergogna, dovevo soddisfare le sue "stronze"
voglie di
sesso.
Pregavo, pregavo in continuazione, chiedevo a Dio di farmi morire, volevo davvero morire. Una domenica dalla mia piccola televisione ho seguito la Santa Messa prima e poi l'Angelus del Papa. Ricordo che proprio in quel mese di settembre che si venne a sapere ufficialmente della malattia di Giovanni Paolo II.
Giovanni Paolo II
Guardavo quel Papa
che davanti a tantissime persone e addirittura in diretta televisiva,
con la mano tremante e che pronunciava a "stento" parole
bellissime. Quel fatto mi colpì e così da quel
giorno indirizzai le mie preghiere direttamente a quel Papa "sofferente",
vedevo
in lui una "condivisione"
del dolore. Passarono
i giorni e così arrivò anche Ottobre.
Una notte da sola mi misi a piangere (come spesso capitava) come una bambina, ma per fortuna mi addormentai quasi subito così non ebbi troppi cattivi pensieri. Quella notte "sognai" quel Papa avvolto in una luce intensa, vestito di bianco .. e rivolgendosi a me nella mia lingua, l'inglese, mi disse: "Not have fear, never lose hope .. in a few days you will be free, and I will guide your footsteps forever". (Non avere paura e non perdere la speranza .. tra pochi giorni sarai libera, e io guiderò per sempre i tuoi passi).
Quando mi risvegliai era già mattino avanzato, stavo stranamente bene perché avevo dormito così profondamente come non mi capitava da tanto, ricordavo quel "sogno" così nitidamente che non lo dimenticai mai, ma a cui subito non diedi importanza.
Io continuavo a pregare, non ho mai pregato così tanto nella mia vita. Passarono forse due o tre giorni e la "mamam" che mi teneva lì mi disse di raccogliere le mie cose (avevo solo una piccola valigia con pochi vestiti) perché dovevamo andare via, senza darmi nessuna spiegazione.
Io ho subito pensato "Oh mio Dio adesso mi portano da qualche cliente che fa qualche festino di m...", ma poi ragionai e pensai semplicemente che dovevamo cambiare casa o addirittura città.
Stazione di Atocha, Madrid
Arrivammo nei pressi
della Stazione di "Atocha",
una delle
più grandi stazioni di Madrid e mi dissero: "Vattene,
sei
libera di andare dove vuoi, ma dimenticati di noi".
Io non potevo credere ai miei occhi, dopo quattro anni ero finalmente tornata libera. Ero senza un tetto dove andare, magra e febbricitante, con solo una piccola valigia in mano, SENZA DOCUMENTI, con i pochi "euro" che ero riuscita nel tempo a nascondere ai miei carcerieri .. ma ero FELICE, perché ero finalmente LIBERA.
Quel giorno e il giorno dopo ho dormito su una panchina della stazione. Atocha è un posto attraversato da tantissime persone .. finché un'amica nigeriana mi riconobbe e mi venne incontro chiedendomi come va. Così dal quel giorno mi diede ospitalità nella sua stanzetta presa in affitto da una famiglia di nigeriani ad Alcalà de Henares, cittadina a una trentina di km. da Madrid.
Era un palazzone di 10 piani in mezzo a tanti altri palazzi quasi tutti uguali, e quella stanzetta era proprio al piano terra.
Solo quando rimasi completamente sola mi tornò in mente quel "sogno", e allora ho iniziato a piangere a dirotto, ma questa volta erano lacrime di gioia.
Non ho mai pensato ad un "miracolo", né ho mai pensato che fosse semplicemente una coincidenza.
Da quel giorno ho semplicemente creduto nella "forza" della preghiera, della Speranza, della Volontà e del Coraggio.
Pregavo, pregavo in continuazione, chiedevo a Dio di farmi morire, volevo davvero morire. Una domenica dalla mia piccola televisione ho seguito la Santa Messa prima e poi l'Angelus del Papa. Ricordo che proprio in quel mese di settembre che si venne a sapere ufficialmente della malattia di Giovanni Paolo II.
"Quando ero nel
buio delle tenebre, tu mi hai ridato la luce della Speranza"
Giovanni Paolo II
Una notte da sola mi misi a piangere (come spesso capitava) come una bambina, ma per fortuna mi addormentai quasi subito così non ebbi troppi cattivi pensieri. Quella notte "sognai" quel Papa avvolto in una luce intensa, vestito di bianco .. e rivolgendosi a me nella mia lingua, l'inglese, mi disse: "Not have fear, never lose hope .. in a few days you will be free, and I will guide your footsteps forever". (Non avere paura e non perdere la speranza .. tra pochi giorni sarai libera, e io guiderò per sempre i tuoi passi).
Quando mi risvegliai era già mattino avanzato, stavo stranamente bene perché avevo dormito così profondamente come non mi capitava da tanto, ricordavo quel "sogno" così nitidamente che non lo dimenticai mai, ma a cui subito non diedi importanza.
Io continuavo a pregare, non ho mai pregato così tanto nella mia vita. Passarono forse due o tre giorni e la "mamam" che mi teneva lì mi disse di raccogliere le mie cose (avevo solo una piccola valigia con pochi vestiti) perché dovevamo andare via, senza darmi nessuna spiegazione.
Io ho subito pensato "Oh mio Dio adesso mi portano da qualche cliente che fa qualche festino di m...", ma poi ragionai e pensai semplicemente che dovevamo cambiare casa o addirittura città.
Stazione di Atocha, Madrid
Io non potevo credere ai miei occhi, dopo quattro anni ero finalmente tornata libera. Ero senza un tetto dove andare, magra e febbricitante, con solo una piccola valigia in mano, SENZA DOCUMENTI, con i pochi "euro" che ero riuscita nel tempo a nascondere ai miei carcerieri .. ma ero FELICE, perché ero finalmente LIBERA.
Quel giorno e il giorno dopo ho dormito su una panchina della stazione. Atocha è un posto attraversato da tantissime persone .. finché un'amica nigeriana mi riconobbe e mi venne incontro chiedendomi come va. Così dal quel giorno mi diede ospitalità nella sua stanzetta presa in affitto da una famiglia di nigeriani ad Alcalà de Henares, cittadina a una trentina di km. da Madrid.
Era un palazzone di 10 piani in mezzo a tanti altri palazzi quasi tutti uguali, e quella stanzetta era proprio al piano terra.
Solo quando rimasi completamente sola mi tornò in mente quel "sogno", e allora ho iniziato a piangere a dirotto, ma questa volta erano lacrime di gioia.
Non ho mai pensato ad un "miracolo", né ho mai pensato che fosse semplicemente una coincidenza.
Da quel giorno ho semplicemente creduto nella "forza" della preghiera, della Speranza, della Volontà e del Coraggio.
Da
quel giorno ero "libera",
ma ancora senza un futuro, e dovevo vivere della carità di
un'amica "misericordiosa".
Ma
questa è un'altra storia.
(Maris,
episodio autobiografico)
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I luoghi in cui si sono svolti i fatti
♥
La pace fiorisce quando i diritti umani
vengono osservati integrlmente, mentre la guerra nasce dalla loro
violazione (Giovanni Paolo II) |
Parlo di me .. Quando ero
nell'oscurità una luce illuminò il mio Cuore e mi
diede la forza, era la Speranza (Scritto originale di Maris Davis, febbraio 2011) |
I luoghi in cui si sono svolti i fatti