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Quando ero nel buio delle tenebre

082 Quando ero nel buio delle tenebre

Maris nel 2011
lo stesso anno che venne scritto questo racconto autobiografico


Era quasi la fine di Settembre del 2003, e quella "maledetta" estate era finalmente terminata. In quella malefica stanza di una delle tante cittadine che stanno intorno a Madrid, i miei "carcerieri" non avevano nessuna pietà di me, anche se stavo male, anche se ero l'ombra di me stessa e ormai magrissima, senza speranza e senza contatti con la mia famiglia ormai da più di un anno e mezzo, ma loro continuavano a tenermi "segregata" in quella stanza buia, dove ogni tanto arrivava qualche "cliente" a cui, anche se piangendo e piena di vergogna, dovevo soddisfare le sue "stronze" voglie di sesso.

Pregavo, pregavo in continuazione, chiedevo a Dio di farmi morire, volevo davvero morire. Una domenica dalla mia piccola televisione ho seguito la Santa Messa prima e poi l'Angelus del Papa. Ricordo che proprio in quel mese di settembre che si venne a sapere ufficialmente della malattia di Giovanni Paolo II.

"Quando ero nel buio delle tenebre, tu mi hai ridato la luce della Speranza"

Giovanni Paolo II

Guardavo quel Papa che davanti a tantissime persone e addirittura in diretta televisiva, con la mano tremante e che pronunciava a "stento" parole bellissime. Quel fatto mi colpì e così da quel giorno indirizzai le mie preghiere direttamente a quel Papa "sofferente", vedevo in lui una "condivisione" del dolore. Passarono i giorni e così arrivò anche Ottobre.

Una notte da sola mi misi a piangere (come spesso capitava) come una bambina, ma per fortuna mi addormentai quasi subito così non ebbi troppi cattivi pensieri. Quella notte "sognai" quel Papa avvolto in una luce intensa, vestito di bianco .. e rivolgendosi a me nella mia lingua, l'inglese, mi disse: "Not have fear, never lose hope .. in a few days you will be free, and I will guide your footsteps forever". (Non avere paura e non perdere la speranza .. tra pochi giorni sarai libera, e io guiderò per sempre i tuoi passi).

Quando mi risvegliai era già mattino avanzato, stavo stranamente bene perché avevo dormito così profondamente come non mi capitava da tanto, ricordavo quel "sogno" così nitidamente che non lo dimenticai mai, ma a cui subito non diedi importanza.

Io continuavo a pregare, non ho mai pregato così tanto nella mia vita. Passarono forse due o tre giorni e la "mamam" che mi teneva lì mi disse di raccogliere le mie cose (avevo solo una piccola valigia con pochi vestiti) perché dovevamo andare via, senza darmi nessuna spiegazione.

Io ho subito pensato "Oh mio Dio adesso mi portano da qualche cliente che fa qualche festino di m...", ma poi ragionai e pensai semplicemente che dovevamo cambiare casa o addirittura città.


Stazione di Atocha, Madrid

Arrivammo nei pressi della Stazione di "Atocha", una delle più grandi stazioni di Madrid e mi dissero: "Vattene, sei libera di andare dove vuoi, ma dimenticati di noi".

Io non potevo credere ai miei occhi, dopo quattro anni ero finalmente tornata libera. Ero senza un tetto dove andare, magra e febbricitante, con solo una piccola valigia in mano, SENZA DOCUMENTI, con i pochi "euro" che ero riuscita nel tempo a nascondere ai miei carcerieri .. ma ero FELICE, perché ero finalmente LIBERA.


Quel giorno e il giorno dopo ho dormito su una panchina della stazione. Atocha è un posto attraversato da tantissime persone .. finché un'amica nigeriana mi riconobbe e mi venne incontro chiedendomi come va. Così dal quel giorno mi diede ospitalità nella sua stanzetta presa in affitto da una famiglia di nigeriani ad Alcalà de Henares, cittadina a una trentina di km. da Madrid.

Era un palazzone di 10 piani in mezzo a tanti altri palazzi quasi tutti uguali, e quella stanzetta era proprio al piano terra.

Solo quando rimasi completamente sola mi tornò in mente quel "sogno", e allora ho iniziato a piangere a dirotto, ma questa volta erano lacrime di gioia.

Non ho mai pensato ad un "miracolo", né ho mai pensato che fosse semplicemente una coincidenza.

Da quel giorno ho semplicemente creduto nella "forza" della preghiera, della Speranza, della Volontà e del Coraggio.


Da quel giorno ero "libera", ma ancora senza un futuro, e dovevo vivere della carità di un'amica "misericordiosa". Ma questa è un'altra storia.
(Maris, episodio autobiografico)

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