Sgominata cellula della mafia nigeriana operativa all'interno del Cara di Mineo
Catania,
19 i fermi per la mafia nigeriana. "Il Cara di Mineo centrale
operativa"
Agli
indagati vengono contestati l'appartenenza alla "Vikings
confraternity" e reati gravissimi tra i quali lo
spaccio di droga, lo sfruttamento della prostituzione e il ricorso alla
violenza per assoggettare gli altri ospiti del centro di accoglienza.
Su
delega della procura distrettuale antimafia di Catania, la polizia ha
eseguito il 23 gennaio il fermo di 19 persone gravemente indiziate, a
vario titolo, dei reati di associazione per delinquere di tipo mafioso
denominata Vikings o Supreme Vikings Confraternity. Secondo la
ricostruzione dell'accusa, la banda aveva la sua base nel Cara di Mineo.
Al
Cara dettava legge la mafia nigeriana
Il
più grande centro di accoglienza d'Europa era diventato una
succursale della “Supreme Viking
Confraternity”, una banda armata dedita
alla spaccio di droga, marijuana e cocaina, alle rapine, alle
estorsioni e alle violenze sessuali di loro connazionali, donne e
ragazze ospiti del Cara che venivano costrette a prostituirsi, sia
all'interno che nelle zone limitrofe e fino a Catania e Messina.
Indagini
partite da un pentito
È
stato un pentito, arrestato e condannato a Palermo, a svelare
i retroscena dell'organizzazione, che può essere paragonata
alla alla mafia italo-americana degli anni Settanta-Ottanta. A far
partire l’inchiesta della polizia, avviata a settembre
dell’anno scorso, è stata la denuncia di un
immigrato nigeriano che aveva subito aggressioni e rapine da parte dei
suoi connazionali.
Da
qui gli investigatori hanno rilevavano l’esistenza di
un’organizzazione criminale nigeriana di matrice cultista
denominata “CataCata”
che faceva capo ad un ampio sodalizio radicato in Nigeria e diffuso in
diversi stati europei caratterizzata dalla presenza di una struttura di
carattere gerarchico.
Le
intercettazioni svelavano in diretta un rituale caratterizzato da canti
che inneggiavano allìunità della confraternita
durante il quale ciascun singolo appartenente esclamava "voglio
essere Norseman". Una situazione paradossale, che oggi ha
portato sulla stessa lunghezza d’onda il procuratore Zuccaro
con il ministro Salvini sulla chiusura del Cara.
"È
sotto gli occhi di tutti che un Cara come quello di Mineo, che ospita
un numero di persone così rilevante, che non può
essere controllato, al quale accedono anche persone non autorizzate e
consente di gestire i traffici illeciti, non può che essere
un errore enorme che si paga in termini di controllo della
legalità. Credo che l'esigenza di chiudere il Cara di Mineo
così come funziona adesso, sia avvertita da tutte le forze
politiche, e indubbiamente il ministro dell'Interno recepisce quella
che è una necessità che tutti noi avvertiamo"
Così il
procuratore di Catania Carmelo Zuccaro, durante la conferenza
stampa sull'operazione. "Da operatore del diritto
constato che, così com'è, il Cara di Mineo non
funziona assolutamente, non svolge il compito per cui è
stato concepito e anzi diventa snodo per i traffici di sostanze
stupefacenti, luogo nel quale entrano ed escono criminali e nel quale
si svolgono episodi di una violenza e crudeltà impressionante"
"È
mia intenzione chiudere il Cara di Mineo entro quest'anno.
Più grossi sono i centri più facile è
che si infiltrino i delinquenti". Lo ha detto il ministro
dell'Interno, Matteo Salvini, in un'intervista radiofonica a Rtl. Ma,
aggiungiamo noi, Matteo Salvini avrebbe dovuto occuparsi subito dei
grandi centri di accoglienza che non funzionano anziché
prendersela con le piccole realtà che stavano funzionando.
La
gerarchia della Mafia Nigeriana in Sicilia
Al
vertice della cellula nigeriana della Sicilia denoninata “CataCata”
specializzata nello spaccio di droga al Cara, ma anche a Caltagirone e
Catania vi era un cosidetto FF del gruppo del Vikings,
William Ihugba, detto detto “Unoma”
capo supremo in grado di nominare i sottocapi detti “executioner”
Poi
c’era in capo di Catania individuato in Kingrney
Ewiarion detto “Jogodò”.
In tutto i fermi sono stati sedici su diciannove effettuati
mercoledì scorso. Scoperto anche un fatto di violenza
sessuale ai danni di una giovane nigeriana, avvenuta al Cara.
A
tutti i fermati viene contestata l'aggravante dell'essere parte di
organizzazione armata, l'associazione per delinquere finalizzata al
traffico illecito di sostanze stupefacenti, detenzione, trasporto e
cessione di cocaina e marijuana, con l'aggravante dell'aver commesso il
fatto al fine di agevolare l'associazione mafiosa denominata "Vikings",
violenza sessuale aggravata e sfruttamento della prostituzione.
(La Repubblica)Da
anni denunciamo la situazione insostenibile al Cara di Mineo,
finalmente qualcuno si è degnato di verificare e di indagare
in uno di quelli che noi chiamiamo "lager di Stato" CARA di Mineo, terra di nessuno alla mercé di sfruttatori e mafie - leggi il nostro ultimo articolo sull'argomento - |