Rapporto choc della DIA. nove città italiane ostaggio della Mafia Nigeriana
Torino, Verona, Bologna, Roma, Macerata, Napoli, Palermo, Bari, Caserta
«La mafia straniera più feroce e strutturata in Italia». Rapporto choc della Direzione Investigativa Antimafia, nove grandi città italiane sono ostaggio della violenta mafia nigeriana.
Un rapporto "confidenziale" che risale al 2018, ma che Salvini sembra aver ignorato
Impegnato
com'è in una continua campagna elettorale,
preferendo chiudere i centri di accoglienza che funzionano e sfornando una legge di stampo "razziale",
quella sulla sicurezza, ma che non risolve il problema della presenza
capillare della mafia nigeriana in Italia. E come se non bastasse
adesso vorrebbe fare una legge sulla sicurezza due, che inasprisce le
già rigide disposizioni proprio contro quelle persone che la
mafia nigeriana sfrutta.
La
precisazione, tra persone intelligenti, sarebbe
inutile. Ma, a scanso di equivoci, la facciamo
comunque: quando parliamo di «mafia
nigeriana», ci riferiamo ai nigeriani
dediti al crimine, non certo alla maggioranza dei nigeriani
che in Italia si sono integrati.
Il
rapporto della DIA (Direzione
Distrettuale Antimafia) analizza la repentina
mutazione genetica e il veloce consolidamento sul territorio nazionale
di questi clan che vengono definiti «la
mafia straniera più feroce e strutturata in Italia»
Anche
quest'ultimo rapporto dell'intelligence, già
nell'introduzione, offre uno scenario inquietante: «Il
radicamento nel nostro Paese di tale consorteria emerso in diverse
inchieste, che ne hanno evidenziato la natura mafiosa, peraltro
confermata da sentenze di condanna passate in giudicato»
La DIA spiega come l’organizzazione si sia gradualmente trasformata da «gregaria» a «dominante»
Se
infatti fino al 2010 (l’anno della
tristemente nota rivolta di Rosarno) le bande nigeriane, per
poter «lavorare», dovevano
pagare il pizzo alle mafie autoctone (camorra, cosa nostra e
‘ndrangheta), da quel momento in poi assistiamo a
un «progressivo affrancamento caratterizzato da un
modus operandi connotato da inaudita violenza».
Risultato:
in regioni come Lazio, Campania, Calabria, Sicilia, Puglia, Piemonte,
Veneto i tre nuclei storici della mafia nigeriana (Aye
Confraternite, Eiye
e Black Axe) assumono un ruolo
egemone, monopolizzando in importanti città come Torino,
Verona, Bologna, Roma,
Macerata, Napoli, Palermo,
Bari, Caserta, i mercati dediti
a prostituzione, spaccio di droga, traffico di armi, usura, racket
delle scommesse, tratta dei migranti e perfino truffe on line.
Un
tempo l’antica leadership si limitava solo al caporalato di
stampo schiavistico e allo sfruttamento della prostituzione, oggi si
è trasformata conquistando territori e spazi lasciati liberi
dall'indebolirsi delle mafie autoctone a causa di arresti che hanno
portato in carcere importanti boss e al sequestro di beni.
Gli
uomini (e le donne) che decidono di entrare nelle
confraternite e giurano fedeltà restano legati a vita.
Impossibile uscire, pena la morte.
Questo articolo fa parte di una serie organica di nove articoli sulla Mafia Nigeriana in Italia
Tratta e sfruttamento della prostituzione, zone di influenza in Italia, inchieste, rapporti e accordi con le mafie locali, soprattutto con Cosa Nostra e Camorra, fake-news sui nigeriani, i Culti e la storia, la zona grigia