Non sono razzista, ma .. C'è un'Italia che sta facendo l'abitudine al Razzismo
Siamo
davvero fortunati noi africani ad avere al nostro fianco un personaggio
come Fabio Carini, l’organizzatore della
mezza maratona di Trieste del 5 maggio.
Come
dire che l’apartheid sudafricano era un modello per
preservare la genuinità dei neri dalla corruzione del
capitalismo bianco. Sembra
impossibile eppure è tutto vero.
Fabio
Carini. Ha dichiarato all'Ansa «Quest’anno
abbiamo deciso di prendere soltanto atleti europei per dare uno stop
affinché vengano presi dei provvedimenti che regolamentino
quello che è attualmente un mercimonio di atleti africani di
altissimo valore, che vengono semplicemente sfruttati e questa
è una cosa che non possiamo più accettare» Ed ecco come è andata a finire. Siccome la faccenda era diventata troppo mediatica e dopo che il signor Carini si è giustificato dicendo che era una provocazione, gli atleti di colore sono stato riammessi alla gara e uno di loro ha pure vinto, ma non sappiamo se era "sfruttato" |
Diventa
persino difficile parlare di un gesto così miserabile,
che non meriterebbe nemmeno tre righe, ma non si può tacere,
non si può accettare che dopo averlo annunciato e messo per
iscritto, i responsabili se la cavino con un “ma era
una provocazione”. Si stava scherzando, un colpetto
per togliersi la polvere dalla spalla e via. Tutto finito,
uno scherzo? Assolutamente
NO.
NO e ancora NO. Se si voleva denunciare lo
sfruttamento di certi atleti, si potevano denunciare quei manager
scorretti che lucrano sulla pelle dei fondisti africani. Il problema
è che certi atteggiamenti, per il tono, il linguaggio e i
contenuti, non sarebbero stati tollerati qualche stagione fa. Invece
oggi spostiamo sempre più in là il limite del
tollerabile.
Ricordate
dieci anni fa
quando l'allora semplice deputato, ma capogruppo del Carroccio in
Consiglio comunale a Milano, Matteo
Salvinipropose
di istituire vagoni della metropolitana milanese separati per gli
extracomunitari (allora
si chiamavano così, extracomunitari) perché
così ci sarebbe stata più sicurezza per gli
italiani?
Uno
scenario da Alabama degli anni Cinquanta, quando Rosa
Parks, divenuta un simbolo di chi si batte per i diritti
civili, si rifiutò di cedere il posto sull'autobus a un
bianco. Dieci anni fa quella trovata di Salvini
suscitò alcune reazioni, anche da parte
di esponenti del Popolo della libertà, il partito nato
dall'Unione tra Forza Italia e Alleanza Nazionale.
Se
oggi qualcuno riproponesse una idea simile, la reazione,
se ci sarà, sarà
minore. La prima volta la frase suscita anche un
po’ di indignazione, ma la seconda volta passa inosservata.
Ci sembra normale, ci abbiamo fatto il callo e l’asticella
della tolleranza si è alzata ancora una volta.
L'asticella
della tolleranza si è pericolosamente alzata
- Se non ci indigna per le parole cattive di un ministro contro i migranti (sempre lo stesso Salvini di dieci anni fa, uno che con l'odio ha fatto carriera),
- Se non ci si indigna per le parole di Giorgia Meloni che in un video ha detto affondiamo la Sea Watch con il suo carico di migranti a bordo,
- Se non ci si indigna per gli insulti nel web a Silvia (la ragazza italiana rapita in Kenya il 20 novembre scorso). "Che ci è andata a fare, poteva restare a casa",
- Se non ci si indigna per lo squadrismo "fascista" organizzato che assalta su facebook qualsiasi post a favore dei migranti,
- Se non ci si indigna per i muri alzati in Europa, e quelle parole del premier ungherese davvero "irripetibili",
- Se non ci si indigna per gli striscioni contro Papa Francesco liberamente esposti da Forza Nuova e Casa Pound,
- Se non ci si indigna per tutti quegli striscioni di critica a questo governo italico fatti togliere dalla forza pubblica,
- Se non ci si indigna se picchiano un nero, o magari gli sparano,
- Se non ci si indigna se arrivano gli squadristi di Casa Pound per impedire l'assegnazione di una casa popolare ad una famiglia di colore, regolare e da tanti anni in Italia,
- Se non ci si indigna se arrivano insulti contro i passeggeri "neri" sugli autobus di linea, nella metro, sui treni, nei luoghi pubblici, in strada,
- Se non ci si indigna quando una ragazza di colore viene stuprata, derubata, offesa.
- Se non ci si indigna se quel "Fabio Carini" di Trieste è ancora al suo posto e nessuno ha pensato a farlo dimettere dopo le sue dichiarazioni contro gli atleti di colore.
E
io stessa ho alzato la mia asticella della tolleranza, e
già perché anch'io ormai ho imparato a non
reagire agli insulti a causa del colore della mia pelle. In
fondo, si, dopo un po' ci si abitua.
Ma
è sbagliato perché bisognerebbe
indignarsi anche per i piccoli e insignificanti atti di intolleranza,
perché a forza di alzare l'asticella, si rischia di arrivare
ai forni crematori di hitleriana memoria.