Timbuktu, Mali
Città di
origine Tuareg o Songhai, Timbutku
raggiunse il
massimo del suo splendore tra il 1300 e il 1500, quando fu un
importante polo culturale e commerciale del mondo arabo e
così ricca d'oro da essere considerata una sorta di Eldorado
del tempo.
Fu una delle principali città del "Regno del Mali" (1200 circa - 1600 circa), ovvero uno dei 4 regni dell'Africa occidentale in epoca medioevale che comprendevano anche il Regno del Ghana, Il Regno del Benin e l'Impero Songhai.
Leone l'Africano, diplomatico al servizio del sultano del Marocco, raggiunse Timbuktu nel 1526 che restò meravigliato dalle ricchezze che vi trovò e scrisse .. "qui c’e’ un gran stuolo di dottori, giudici, preti e altri uomini di cultura che sono mantenuti riccamente dalla generosità del re. Qui vengono portati diversi manoscritti e libri scritti da fuori della barbaria, che sono venduti qui ad un prezzo più alto di qualsiasi altro bene".
È celebre il suo Sultano "Mansa Musa" (1280-1337), il nono imperatore del Mali, che organizzò un pellegrinaggio alla Mecca con oltre 8000 portatori e centinaia di dromedari, considerato l'uomo più ricco della storia. Secondo il sito statunitense "Celebrity Net Worth", che ha analizzato le fortune degli uomini più ricchi del pianeta dall'anno mille in avanti, armonizzandole al tasso di inflazione attuale, Mansa Musa sarebbe stato l'uomo più ricco della storia, con una ricchezza equivalente a 400 miliardi di dollari attuali.
Per le sue favolose ricchezze e per la sua inaccessibilità, Timbuktu fu considerato un luogo più mitico che reale, in Europa si discusse della sua esistenza sino al 1806, quando l'esploratore scozzese Mungo Park la raggiunse seguendo il corso del fiume Niger, anche se non riuscì a tornare indietro perché morì subito dopo proprio nella città. Il primo che diede un resoconto scritto e dettagliato della città fu René Caillié, esploratore francese, 22 anni dopo (1828).
Attualmente la città, pur non godendo delle ricchezze materiali di un tempo, conserva una piccola parte delle eredità culturali del passato. Qui si conserva una delle più imponenti e ricche biblioteche al mondo, oltre 700.000 manoscritti arabo-islamici dei secoli XIII-XVI, Opere di Avicenna, volumi vari giunti dalla Spagna in seguito alla Reconquista, e un gran numero di volumi scritti usando caratteri arabi, e altri volumi scritti in lingue africane locali, le cosiddette "lingue ajami".
Moltissime delle costruzioni della città sono state erette col fango, che garantisce una certa solidità, dato che la città si trova in una regione desertica del Mali, l'Azauad, e la possibilità che piova è prossima allo zero.
La città, assieme alla sua ricchissima biblioteca, ha rischiato di essere distrutta completamente a causa della guerra del Mali settentrionale del 2012. Dal luglio 2012 gli integralisti islamici hanno distrutto un Santuario e le demolizioni sono proseguite fino a dicembre, interessando altri quattro edifici dichiarati patrimonio dell'Umanità.
Che strana la storia, Timbuktu, una città costruita e fatta crescere da re e sultani di religione islamica a partire dal XII secolo, ha rischiato seriamente di essere distrutta in nome di Allah quasi mille anni dopo da integralisti "ignoranti" che professano la stessa religione di coloro che la fondarono.
Fu una delle principali città del "Regno del Mali" (1200 circa - 1600 circa), ovvero uno dei 4 regni dell'Africa occidentale in epoca medioevale che comprendevano anche il Regno del Ghana, Il Regno del Benin e l'Impero Songhai.
Leone l'Africano, diplomatico al servizio del sultano del Marocco, raggiunse Timbuktu nel 1526 che restò meravigliato dalle ricchezze che vi trovò e scrisse .. "qui c’e’ un gran stuolo di dottori, giudici, preti e altri uomini di cultura che sono mantenuti riccamente dalla generosità del re. Qui vengono portati diversi manoscritti e libri scritti da fuori della barbaria, che sono venduti qui ad un prezzo più alto di qualsiasi altro bene".
È celebre il suo Sultano "Mansa Musa" (1280-1337), il nono imperatore del Mali, che organizzò un pellegrinaggio alla Mecca con oltre 8000 portatori e centinaia di dromedari, considerato l'uomo più ricco della storia. Secondo il sito statunitense "Celebrity Net Worth", che ha analizzato le fortune degli uomini più ricchi del pianeta dall'anno mille in avanti, armonizzandole al tasso di inflazione attuale, Mansa Musa sarebbe stato l'uomo più ricco della storia, con una ricchezza equivalente a 400 miliardi di dollari attuali.
Per le sue favolose ricchezze e per la sua inaccessibilità, Timbuktu fu considerato un luogo più mitico che reale, in Europa si discusse della sua esistenza sino al 1806, quando l'esploratore scozzese Mungo Park la raggiunse seguendo il corso del fiume Niger, anche se non riuscì a tornare indietro perché morì subito dopo proprio nella città. Il primo che diede un resoconto scritto e dettagliato della città fu René Caillié, esploratore francese, 22 anni dopo (1828).
Attualmente la città, pur non godendo delle ricchezze materiali di un tempo, conserva una piccola parte delle eredità culturali del passato. Qui si conserva una delle più imponenti e ricche biblioteche al mondo, oltre 700.000 manoscritti arabo-islamici dei secoli XIII-XVI, Opere di Avicenna, volumi vari giunti dalla Spagna in seguito alla Reconquista, e un gran numero di volumi scritti usando caratteri arabi, e altri volumi scritti in lingue africane locali, le cosiddette "lingue ajami".
Moltissime delle costruzioni della città sono state erette col fango, che garantisce una certa solidità, dato che la città si trova in una regione desertica del Mali, l'Azauad, e la possibilità che piova è prossima allo zero.
La città, assieme alla sua ricchissima biblioteca, ha rischiato di essere distrutta completamente a causa della guerra del Mali settentrionale del 2012. Dal luglio 2012 gli integralisti islamici hanno distrutto un Santuario e le demolizioni sono proseguite fino a dicembre, interessando altri quattro edifici dichiarati patrimonio dell'Umanità.
Che strana la storia, Timbuktu, una città costruita e fatta crescere da re e sultani di religione islamica a partire dal XII secolo, ha rischiato seriamente di essere distrutta in nome di Allah quasi mille anni dopo da integralisti "ignoranti" che professano la stessa religione di coloro che la fondarono.