Biafra, cinquant'anni fa iniziava la guerra. Una ferita mai rimarginata
Mentre milioni di bambini morivano di fame, nello stesso luogo qualcuno continuava ad estrarre, non curante, il petrolio |
La scintilla che accende gli scontri è la decisione dell’allora capo dello Stato Yakubu Gowon di dividere la Federazione nigeriana in 12 Stati di cui tre nel Sud-Est, regione, oggi come allora, ricca di petrolio.
Il Biafra riesce a mantenere la sua autonomia. Ma non basta
La regione, meno del 10% del territorio nigeriano, ha una popolazione di 14 milioni di persone (su 55 della Federazione di allora), per lo più cristiana e per due terzi di etnia igbo.
Fin dall'indipendenza, gli igbo (Sud-Est, cristiani e animisti) si sentono emarginati dalla vita socio-politica nigeriana e perseguitati dagli altri due principali gruppi etnici, gli hausa-foulani (Nord, mussulmani) e gli yorouba (Sud-Ovest, prevalentemente cristiani).
Così, già nel gennaio 1966, la Nigeria assiste a un primo colpo di Stato. I media puntano il dito contro gli ufficiali igbo. La reazione è durissima e molti igbo vengono massacrati nel Nord. Due milioni di essi decidono di trasferirsi nella regione natia. La tensione sale ancora e sfocia nella dichiarazione di indipendenza del 1967. Ma il Governo nigeriano non può accettare che una delle sue regioni più ricche si stacchi e diventi indipendente. Il Biafra ha un’agricoltura floridissima e, soprattutto, è ricchissimo di idrocarburi (petrolio).
La reazione è quindi violenta. Il Presidente federale dichiara la secessione un «atto di ribellione» e annuncia che «verrà schiacciata». Le autorità militari federali organizzano un blocco commerciale della regione meridionale. Scatta poi un’offensiva militare sul terreno, preparata da forti bombardamenti aerei.
La Nigeria è sostenuta dalla Gran Bretagna, ex potenza coloniale, ma anche dall’Unione Sovietica e dall’Organizzazione per l’unità africana. I secessionisti trovano il sostegno solo della Francia (che mira ad ampliare la propria zona di influenza in una regione ricchissima) e da alcuni Stati africani (tra i quali la Rhodesia, gli attuali Zambia e Zimbabwe).
L’offensiva dell’esercito nigeriano sarà implacabile e accompagnata da violazioni dei diritti umani. Nel frattempo il Biafra è colpito da una drammatica carestia che colpisce tra gli otto e i dodici milioni di persone. Il mondo viene a sapere di quella tragedia dai primi filmati in bianco e nero che vengono trasmessi dai telegiornali. Si vedono per la prima volta i volti dei bambini sofferenti e malnutriti. Passano le immagini dei violenti combattimenti.
Una manciata di medici francesi, tra cui il futuro ministro francese Bernard Kouchner, colpito dalla tragedia e non soddisfatto del lavoro delle istituzioni internazionali decide di intervenire. Da quella loro azione, nel 1971, nascerà Medici senza Frontiere, organizzazione ancora attiva negli interventi di emergenza in situazioni di guerra.
Intanto i soldati nigeriani prendono una città dopo l’altra. All'inizio del 1970, l’esercito federale lancia il suo ultimo assalto. Il 15 gennaio l’incubo finisce: il Biafra non esiste più. Ojukwu fugge in Costa d’Avorio. I militari biafrani si arrendono. Quella ferita procurerà dolore ancora per molto. E oggi, a cinquant'anni di distanza, tornano anche le rivendicazioni di indipendenza (represse dal Governo di Abuja). Segno che l’insoddisfazione verso la Nigeria non è venuta meno nelle regioni del Sud-Est.
Biafra 1967-1970(foto storiche)
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Il nome "Biafra" è stato cancellato da tutte le mappe geografiche della Nigeria e quello che fu uno stato indipendente per soli tre anni ora è un territorio smembrato in ben nove entità territoriali diverse che sono diventati nove Stati Federati della Repubblica di Nigeria. Si stimarono quasi 3 milioni di morti, di cui due terzi in gran parte bambini, dovuti alla fame e alla malnutrizione. Le immagini di bambini gravemente malnutriti fecero il giro del mondo, e nel linguaggio comune la frase "bambini del Biafra" divenne un neologismo per indicare proprio bambini estremamente magri e affamati. Almeno 5 milioni di persone furono costrette ad abbandonare i luoghi di origine per far posto alle concessioni petrolifere di ricche multinazionali. I contadini costretti a vendere terreni in cambio di irrisori risarcimenti in denaro o in cambio di estinzione di debiti. |
Il risveglio del Biafra, e in Nigeria si torna a parlare di secessione - leggi - | La Guerra del Biafra (1967-1970) - leggi - |